Da Fes a Marrakech, il nostro tour in Marocco

Da Fes a Marrakech, il nostro tour in Marocco

Marrakech

Non avrebbe senso l’esistenza del blog, se non per la voglia di condividere, di condividere pensieri e riflessioni, ricette e racconti, e anche viaggi e info utili.
Come ho fatto in passato, trovo che gli itinerari e le esperienze fatte possano essere utilizzate da chi sta pianificando un viaggio con la medesima meta e ancora non ha ben chiaro come/cosa vedere.
Per questo itinerario che sto per condividere, devo ringraziare sicuramente Claudia, è stata lei a studiarlo nei minimi dettagli, a trovare tutti gli alloggi che ci hanno ospitato e selezionare le attività da non perdere!
Quindi inizierei subito dal condividere il tour e poi via via a raccontare le vicende e le info utili nel proseguire dell’articolo.

1° giorno – Partenza da Roma arrivo a FES: Visita a Meknes
La prima giornata in Marocco ce la siamo subito sfruttata tutta perché per nostra fortuna abbiamo preso un volo molto presto al mattino alle 7 e siamo atterrati alle 10 a Fes dopo 3 ore di volo. Non ci sono cambi di orario è quasi tutto come in Italia, clima incluso.
il primo giorno invece di visitare Fes, abbiamo fatto un’ora di macchina per raggiungere Mekenes.
Per spostarci abbiamo deciso di noleggiare un piccolo pulmino per muoversi (eravamo in 8 persone a viaggiare) è stato abbastanza agevole, prenotandolo in aeroporto con riconsegna a Marrakech.
Meknes è stata la prima città a darci il benvenuto con il suo caotico dedalo di vicoli e con i lavori in corso che non ci hanno permesso di poter apprezzare appieno né la porta di ingresso, molto famosa per la sua bellezza, e neppure Piazza El Hedhim, totalmente chiusa ai visitatori, in compenso il Mausoleo di Moulay Ismail ibn Sharif è stato davvero bello da vedere, ingresso gratuito e la moschea è accessibile anche a non musulmani, quindi interamente visitabile.

La visita tra pranzo nella medina e passeggiata ci ha preso praticamente tutta la giornata, tanto che prima delle 18:30 non siamo riusciti ad arrivare a Fes.

Facciamo qui la prima delle premesse di viaggio, non sempre i locali sono attendibili in quello che dicono, a volte bisogna essere un tantino svegli e fare tutte le dovute domande del caso per evitare di incorrere in fregature. A Fes, ad esempio, l’appartamento da 8 preso su Booking si rivela essere da 6, pertanto troviamo una sistemazione diversa, anche migliore, in un Riad nella parte più esterna della medina vicino alle mura.


2°giorno – Visita a Fes: le concerie e la medina
Facilissimo perdersi nella  medina di Fes, area pedonale più grande al mondo, la zona della concerie si riconosce comunque dall’odore, per visitarle basta entrare nei negozi di pelli e affacciarsi per guardare giù di sotto, i negozianti danno della menta e suggeriscono di inalare quella per allontanare l’odore. Sulla logli planet consigliava di entrare al negozio al civico 10, in effetti si è rivelato un buon suggerimento per scattare belle foto.
Comunque allontanandosi dalle concerie l’odore non è più forte e si può poi passeggiare tra le porte, i giardini e visitare le “medersa” palazzi di pregio all’interno della città.
Il mercato all’interno della medina è qualcosa di imperdibile ovviamente per respirare il vero Marocco, è caotico, stressante, ricchissimo, uno stimolo continuo per gli occhi e la mente. All’interno ci sono delle zone street food per i veri duri e puri! Ho scoperto che i marocchini sono grandi consumatori di lumache, i banchetti che le vendono sono molto gettonati e non mangiano solo le lumache ma gustano piacevolmente anche il loro brodo.
Io non ce l’ho fatta! Invece i loro pani li ho adorati, il batbout è un pane tipo pita, che molto spesso è cotto anche nei piccoli forni a legna che si fabbricano con l’argilla, ed è davvero delizioso.

Se vi trovate a Fes però, vorrei davvero suggerirvi un posto dove andare a pranzo, perché oltre alla vista veramente panoramica sulla città il servizio e la qualità del cibo sono veramente superiori alla media. Il locale di trova all’interno di un bellissimo Riad, all’ultimo piano, e si chiama l‘Amandier.

Sul far della sera è possibile vedere chiudere molti dei negozi non appena suona il muezzin dal minareto, dopo la preghiere tante attività chiudono, ma altre continuano la loro attività, tuttavia sono una minoranza.
Altra piccola premessa, la medina di notte è pericolosa, meglio evitare di girare e stare nei pressi dell’albergo, noi abbiamo avuto un brutto episodio, sicuramente un fenomeno circoscritto, ma il tanto che basta per capire che è proprio meglio evitare.

3°giorno – Da Fes a Midelt:
Lo spostamento è stato di circa 3 ore, abbiamo fatto una sosta nella foresta di cedri popolata di scimmie, piccole bertucce, in cui abbiamo sostato per il pranzo con tanto di furto di mandarini da parte di una scimmia!!
Una passeggiata nei sentieri circondati da alberi giganti e qualche foto al sole hanno reso questa sosta piacevole, prima di raggiungere Midelt. Una tappa intermedia per raggiungere il deserto, senza particolare interesse, qui abbiamo sostato per la notte, in un accogliente appartamento.

4°giorno – Da Midelt a Mezouga: i cammelli e il deserto
Giornata di spostamento per raggiungere il deserto del Sahara, Merzouga è una località non proprio al centro del deserto ma una zona circoscritta di dune e sabbia rossa, dove vengono organizzati tour e attività che possono essere fatte qui. Nel primo pomeriggio siamo arrivati al punto dove partiva la nostra escursione in cammello fino all’accampamento di tende dove abbiamo passato la notte, tra canti marocchini, bonghi e nacchere di ferro (gnawa).
Le ore del tramonto sono state parecchio suggestive abbiamo scattato numerose foto e anche il nostro accompagnatore marocchino si è prestato, in qualità di fotografo alle nostre richieste, in cambio di una mancia ci ha aiutato con gli scatti migliori!
Per dormire nel letto bisogna essere equipaggiati per il freddo, anche se nelle tende ci sono numerose coperte è consigliabile avere indumenti pesanti soprattutto al mattino quando ci si alza.

5° giorno – Da Merzouga e Tinghir: Gole del Todra
L’alba nel deserto è stata una di quelle cose che valeva tutto il viaggio, dopo una notte in tenda, abbiamo preso un tè bollente alle prime luci dell’alba quando le dune del deserto si tingono di rosa e tutto sembra inondato da una luce delicata e armonica.
Dalla nostra partenza e durante tutto il viaggio si susseguono paesaggi suggestivi, sassi e deserto, paesini arroccati dello stesso colore della sabbia, strade a curve che fiancheggiano costoni rocciosi, fino alle gole del Todra, dove è possibile passeggiare sul fondo di un canyon dove c’è una sorgente, questa tappa seppur suggestiva non è di certo indimenticabile, tuttavia ci consente di arrivare a Tinghir (Teneir) senza problemi.
L’alloggia a Tinghir non è il massimo, ma dal paesino di poche case e qualche capra non potevamo aspettarci molto di più, tuttavia ci siamo adattati ad una seconda notte con 4 coperte e capellini.

6° giorno – Da Tinghir a Ourzazate: Gole di Dades & Kasbah Taourit
Un bella scarpinata di 1 ora questa mattina per visitare delle Gole di Dades, che invece valgono davvero la visita.
Queste gole si sono formate con il lavoro di erosione dell’omonimo fiume che adesso è prosciugato, si tratta di un imponente costone roccioso con delle conformazioni rocciose particolarmente tondeggianti che si allungano per kilometri.

Nel pomeriggio visitiamo la prima kasbash del nostro viaggio, una struttura conservata benissimo che risale al 1930 ed è la più antica e meglio conservata del Marocco. Questi palazzi sono stati in passato residenza dei pascià, i loro arem e le loro servitù e di solito sono circondati da un palmeto.
La sera arrivo ad Ourzazate.

7° giorno – Ourzazate: Oasi e Cinema
Non tutti sanno che Ourzazate è sede di un importante studio cinematografico di fama mondiale.
Questi studi sono set di importanti film, come anche le località circostanti.
La mattina l’abbiamo dedicata alla visita di questi studi e per pranzo ci siamo diretti nell’oasi verde vicino alla città, qui un piccolo fiume scorre nel fondovalle ed è circondato da alberi, palme e aironi intenti a pescare.
Una passeggiata è piacevole sia qui, sia nel centro città di Ourzazate dove c’è un suok (mercato) e alcuni locali dove bere tè e concedersi uno dei dolci tipici Marocchini come i Chebakia.

8° giorno – Da Ourzazate a Marrakech
Nella strada per arrivare a Marrakech, la sosta davvero imperdibile è stata Ait-Ben-Haddou.
Questo villaggio patrimonio dell’unesco, si definisce ksar, è un villaggio fortificato circondato da alte mura all’interno del quale ci sono botteghe, case, depositi e quindi anche la kasbah del “re” della zona.
Questo kasr si trova sopra una collina, e domina tutta la valle, non c’è da meravigliarsi se questo è stato il set della serie il Trono di Spade e di tanti altri film con queste ambientazioni.
La visita richiede un po’ di tempo ma il consiglio è di arrivare alla sommità del villaggio per poter apprezzare il panorama.
La sera arriviamo a Marrakech, dopo che ci avevano disdetto all’ultimo momento il riad dove eravamo, ripieghiamo su un hotel, non vicinissimo al centro.
Cerchiamo di andare a cena in una zona più moderna per non addentrarci nel centro e nella medina di notte, così scopriamo che esiste un quartiere ultra moderno, sede anche dell’hotel di Ronaldo, dove potevamo arrivare agevolmente, selezioniamo il ristorante Le Douare, ma quando arriviamo lì scopriamo che era totalmente all’aperto! Quindi ci spostiamo in centro e ceniamo da Dar Zellij.
Diciamo che il primo approccio con Marrakech poteva andare meglio…

9°giorno: Marrakech

Intera giornata dedicata alla visita della città, tra palazzi sontuosi, medina caotica, piazza Jamaa el Fna un vero mercato a cielo aperto con incantatori di serpenti, street food per i più coraggiosi, vendita di un po’ di tutto.
I palazzi più belli che abbiamo visitato sono stati: El Badi, El Bahia e la Madrasa di Ben Youssef.
Per il resto nel caos di Marrakech, come nella medina di Fes, si ha un poi la sensazione di stordimento, vuoi per la confusione, vuoi per la velocità con cui si susseguono persone, motorini, motorette, carretti, asinelli…
A fine giornata si è un po’ confusi, ma basta poi sedersi ad un tavolino in un posto magari più tranquillo per capire che tutto questo vivere “autentico”, “semplice” ti è entrato dentro e ti rifasa con quello che poi è la vita che hai quotidianamente, sbattendoti in fronte i loro sorrisi, la loro tenacia nel venderti un tappeto, le loro furbizie non troppo piacevoli.
E’ un riassetto dei pensieri.
E’ uno piccolo scossone che ti fa svegliare da certi torpori, che un po’ non notavi, un po’ non volevi vedere.
Ed è proprio per questo che finisci per amarlo, perché un viaggio in Marocco ti fa crescere.

10° giorno: La partenza
In aeroporto, andateci con largo anticipo i controlli sono lunghi e richiedono numerosi passaggi, il peso del bagaglio, il controllo passaporto il controllo bagaglio a mano e tutto richiede tempo.
Se volete acquistare qualcosa in aeroporto ve lo sconsiglio perché è tutto enormemente più caro, solo qualcosa del duty free è estremamente conveniente, come i tabacchi, ma nulla di più.

Un volta a casa, tra i panni da lavare e le foto da sistemare, ci si rende conto di quanto si è tornati più ricchi da certe esperienze, di questo viaggio mi porto a casa:
– l’immensità di quell’alba nel deserto
– la bontà delle tajine e il profumo del cumino
– il casino della medina di Marrakech e il tè alla menta a piazza Jamaa el Fna
– i colori delle concerie di Fes

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