Il Bonet

Il Bonet

Pare che bonèt in dialetto piemontese voglia dire berretto, gli amici piemontesi me lo potranno confermare, il dolce prende questo nome proprio perché essendo servito a fine pasto fa da cappello a ciò che si è mangiato e con questo ho già anticipato che è un dolce della tradizione piemontese, in particolare delle Langhe, molto ricco e sostenzioso.

Invece i Nocciolini di Chivasso, li consocete? Da quando li ho scoperti, qualche anno fa, ormai per me sono diventati un must have, quando ho voglia di dolce mi piace sgranocchiarne un paio sotto i denti e gustarmi l’aroma di nocciola e la consistenza di quella friabile croccantezza di meringa… Sono unici. Perciò non potevo non portarli a casa dopo l’incurione torinese.

Il suggerimento di Giada era quello di provare a farci il tipico dolce piemontese, ma dato che ero abbastanza inesperta in materia e in un “bonet” non mi ero mai cimentata, per il primo tentativo ho preferito usare dei tradizionali amaretti. Sicuramente da ripetere con i nocciolini di chiavasso, nel mio caso li ho usati solo come guarnizione. Questo secondo suggerimento, molto saggio, viene dall’amica Eva di cui ho adottato la ricetta anche se alla fine l’ho leggermente rivisitata per alleggerirla.

Potete usare uno stampo da budino o due da plumcake oppure, come me 8 stampini da budino piccoli.

IL BONET

5 uova (3 intere 2 tuorli)
500 ml di latte
100 gr di amaretti
80 gr di zucchero + 100 gr per il caramello
1 tazzina da caffè di rum
20 gr di cacao amaro
la scorza di un limone
alcuni nocciolini di Chivasso (o altri amaretti)

Frullare gli amaretti per ottenere una farina, scaldare il latte con la scorza limone e preparare il caramello.
Per il caramello mettete lo zucchero in una casseruola e aggiungere poca acqua solo per inumidire tutto lo zucchero lasciar cuocere fino a che non diventa dorato, versare il liquido negli stampini, cercate di rotearli in modo che il caramello foderi tutto lo stampo.

A questo punto unire alla polvere di amaretti: le uova, lo zucchero il cacao e il rum e il latte passato al colino. Mescolare in modo che gli amaretti leghino con gli altri ingredienti va bene usare anche un frullatore.
Versare questo composto negli stampini e cuocere per circa un ora e mezza (forno statico) a bagnomaria a 180° facendo attenzione che l’acqua non cominci a bollire. Saranno cotti quando al centro dei dolci si sarà formata una “resistenza elastica” 😉

Lasciare freddare prima di sformare e guarnire con i nocciolini o ciuffetti di panna montata.

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