Guido, Rimini

Guido, Rimini

Ero rimasta appena un po’ indietro nel raccontarvi le mie avventure enogastronomiche, ma non voglio mica perdere l’occasione di parlare di un bel weekend che ho passato in Romagna un mesetto fa.
Come avevo raccontato, sono stata qui per un convegno e di certo non è mancata l’occasione di celebrare a tavola la cucina di mare di cui questa zona è famosa.

Così dal palazzo dei congressi di Riccione (che è enorme accidenti!) mi sono spostata a Rimini per una sera e mi sono diretta verso il lungomare dove proprio sulla spiaggia in zona Miramare, c’è questo ristorante bianco, insegna nera, semplice, in corsivo, dove si legge: “Guido”.

La serata è fresca e il nostro tavolo all’aperto, proprio vicino agli ombrelloni, il tramonto crea una luce morbida davvero magica, amplificata dai toni chiari del locale, dalla sabbia luccicante e dal cielo colorato di un tramonto di giugno.

Guido è un locale storico di Rimini ed è il ristorante dello stabilimento omonimo, la gestione è affidata ai fratelli Raschi Gianpaolo e Gianluca, rispettivamente cucina e sala, “Guido” per l’appunto, era il nonno.

Appena seduti ci viene versato un calice di metodo classico, che non conoscevo, e che mi ha colpito subito per i bei profumi di lievito e la morbidezza, è uno spumante dell’Oltrepo’ Pavese pinot nero all’80% e chardonnay la restante parte, Isimbarda.

Per la cena optiamo per il menù degustazione 7 portate al costo di 80 €, subito però ci viene servito il benvenuto dello chef che si compone di: alga fritta con la tapioca, panzarotti ripieni pesce, ravanello con aringa adagiati su una spiaggia di ciottoli e biglie, sogliole fritte con maionese all’aneto.

A seguire, una tazzina calda con il cappuccino al nero di seppia, dall’intenso sapore di mare e dalla consistenza spumosa che ti riporta alla mente, l’idea della colazione al bar.

Pane e grissini homemade e, per accompagnare la cena, scegliamo lo champagne di Madame Ledru.

Pesci rossi crudi e funghi“, è un piatto che unisce l’Adriatico ai sapori dell’entroterra romagnolo, il pesce rosso sono triglie e gallinelle, sono battute al coltello e accompagnate da funghi di stagione e crema di topinambur.

Avrei mangiato una tonnellata di pane per accompagnare il “Nasello Mantecato“, nasello del litorale salato e mantecato al burro che viene accompagnato da asparagi, fave e aglio nero. Il gusto di questo tipo di pesce, rispetto al noto piatto a cui questo fa il verso, è senz’altro più delicato e meno salto.

Arrivati fin qui, non chiedetemi cosa è successo alla mia macchina fotografica, perché da un certo punto in poi non ho più foto dei piatti mangiati, mi dispiace molto perché mentre le ultime le ho recuperate dal cellulare, manca la foto del piatto che ho trovato davvero più incredibile di tutti: gli “spaghetti alle ostriche“. Pensavo fosse davvero difficile rendere “giustizia” ad un ostrica con il calore della pasta, e invece il connubio di gusto in questo piatto era davvero eccezionale. Profumo e sapore intenso di mare e gusto delle ostriche intatto, fresco ancora vivo come nell’ostrica cruda. Per me è stato davvero il piatto della serata, nonostante io non sia una grande amante della pasta, come più volte ho raccontato.
Al mio commensale, che non mangia ostiche invece, è stato servito il “Riso Argento” sul menù recita “Argento come le livree della Saraghina (Papalina) usata per la sua preparazione della quale viene esaltato il tipico gusto ricco ed intenso” ed infatti oltre al bellissimo colore, il gusto di mare era sorprendente e la mantecatura del riso, nemmeno a dirlo, perfetta (anche di questo piatto purtroppo non ho la foto).

Ancora la portata intitolata: “La Cannocchia si ricorda il Gratin” è una preparazione che si compone di una parte liquida, sempre un concentrato di canocchie, degli stessi crostacei interi adagiati sopra e infine dal parte croccante che ricorda il gratin. Mi piace l’idea di rivisitare un classico e renderlo originale e soprattuto esprimerlo all’ennesima potenza come fa Gianpaolo Raschi. Un piatto che ti rievoca il gusto confortante della cucina di mare tipica dei nostri litorali.

Calamaro: il fritto acido” porta alla mente l’idea della classica frittura, asciutta e impeccabile accompagnata da una salsa rinfrescante sotto forma di gel e infine il “pesce al testo” anche questa portata (purtroppo senza foto) sembra voler riportarci indietro nel tempo, l’idea che sta alla base di questo assaggio è voler riportare il commensale all’interno di una casa riminesi quando il pesce veniva cotto sul testo, come la piadina ed accompagnato con un insalata a base anche di cipollotto. Un ottimo piatto e una bella storia da raccontare legata sempre al territorio e alla tradizione.

“Torta della Nonna rovesciata” è il dolce che chiude il menù: frolla, crema brunita, pinoli tostati e un rinfrescante gelato.

Piccola pasticceria a chiudere con: bolero, macaron e frollino fatti i casa.

Come divertente conclusione della serata decidiamo di prendere le biciclette a noleggio e di fare una bella pedalata per tornare a Riccione e smaltire la cena. ll vento di mare rinfrescava la nottata, le luci del lungomare e dei locali che facevano musica e cocktail in spiaggia, rendevano l’ambiente vivo mettevano voglia di vivere. L’estate è arrivata e questo è il miglior momento dell’anno per frequentare Guido a mio parere, per godersi al massimo la spiaggia in cui si trova e la cucina dell’Adriatico che i suoi piatti raccontano.

Guido

Lungomare Guido Spadazzi, 12, 47924 Miramare RN
Telefono: 0541 374612

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