Molo 17

Molo 17

La prima volta che si oltrepassa la soglia di Molo diciasette è difficile non pensare al locale che qui sorgeva in passato. E’ vero, il Tino, la vecchia gestione di Lele Usai e Claudio Bronzi mi resterà nel cuore per i bei momenti trascorsi. Però c’è da dire che non tutti i mali vengono per nuocere e questa nuova apertura porta rinnovato entusiasmo nel panorama di Ostia.

Prima regola, citando il noto pizzaiolo che inizia per “B” e finisce per “onci”: vietato fare paragoni.
Molo diciassette è un altra cosa.
Una volta sgombrata la mente dai ricordi che ancora emergono anche da quel vetro serigrafato all’ingresso con l’immagine del Tino, ci si può accomodare nel nuovo locale.
Tavoli di legno bianco, sedie azzurre e alle pareti quadri coloratissimi realizzati da Simone Curti, tema mare e pesci, se pensate che Simone Curti sia un artista-pittore state prendendo una cantonata, perché non solo è un artista ma è anche lo chef di Molo diciasette.

Ad affiancare Simone in sala, c’è Fabrizio Moscara, insieme hanno dato vita a questa attività che proprio oggi aprirà i battenti e sarà possibile andare a provare.
La proposta è semplice, ma dai dettagli ci si accorge subito che il locale punta a una cura diversa da quella di un osteria. Il pane fatto in casa, ad esempio, viene servito su lunghi vassoi con una buona scelta di alternative: panini all’olio, focaccine, grissini e pane ai cereali, tutti molto buoni. I tovaglioli sono ricamati e i sottopiatti colorati sono realizzati a mano in ceramica (eh si sempre dallo chef artista!).

In menù pochi piatti ma d’effetto, sono 7 antipasti in totale, con la possibilità di fare assaggi ridotti di quasi tutti scegliendo quello misto da 6 portate. Compaiono poi 6 primi e 5 secondi.
Viene proposto anche il menù degustazione: 2 antipasti, un primo, un secondo e un dolce, il costo è di 35 euro.

La carta dei vini è semplice anche qui, il numero delle proposte è limitato, ma con qualche etichetta particolare e una selezione di distillati presente nella carta dei dolci.

I piatti che abbiamo assaggiato durante la cena sono stati la degustazione di antipasti, che per me da soli sono una cena più che sufficiente, un primo piatto e un dessert. La proposta è stagionale e già ci viene anticipato a gennaio il menù sarà diverso.

Iniziamo con un piatto di benvenuto: il bignè di baccalà mantecato e nero di seppia, il ripieno saporito, non eccessivamente sapido fa da apripista a rosso di Mazara, spuma di caprino e campari, il campari è sotto forma di briciole che accompagnano il gambero, servito ovviamente crudo. Portata di bell’impatto cromatico vincente per la semplicità e la materia prima eccellente.
La tartare di ombrina, gazpacho e sedano croccante è un piatto fresco e gradevole. Poi io ho un debole per i crudi, sono sempre quelli che preferisco di più e finisco per essere un po’ di parte.

Il salmone affumicato, yogurt mela verde e lime viene marinato e affumicato dallo chef stesso e servito con una combinazione di ingredienti che tendono all’acidulo, forse c’è da dire che questo antipasto in questa componente era un pochino sbilanciato, ma la qualità del salmone ottima.
Sfiziosa la croccante panzanella di mare, un mix interessante di sapori mediterranei che si combina al pesce e alla cipolla leggermente agrodolce e alle cozze.

Il piatto delle serata, quello che ho preferito, è stato il polpo croccante con patate affumicate al burro di Normandia e porro paglia. Il polpo è molto tenero profuma di anice stellato, che è utilizzato nell’acqua di cottura, poi viene scottato per renderlo croccante, il purèe di patate su cui è adagiato ha una bella consistenza e con il burro ha una marcia in più.
L’idea alla base del piatto è quella di riproporre l’abbinamento classico tra i due ingredienti, arricchito però da degli “sfilacci” di porro che danno la nota croccante e il leggero sapore di cipolla.

L’ultimo antipasto servito è la palamita, il pesce viene lasciato leggermente crudo al centro e scottato fuori, ad accompagnarlo una crema di zucca con dello zenzero che si alterna a piccole briciole di amaretto, aggiunte con al finalità di creare un bel gioco di consistenza e sapori.

Linguine “Afeltra”, pannocchie e Topinambur è il primo piatto che abbiamo assaggiato e si compone di una pasta di qualità ben mantecata, adagiata su una crema di topinambur vellutata che accompagna le pannocchie crude, qualche pomodorino e le chips croccantissime di topinambur. Nonostante fossi sazia, il gusto delicato di questa portata ha incontrato il mio gradimento.

Non abbiamo rinunciato ad un dolcetto e la scelta è ricaduta su la terrina al cioccolato servita con della crema allo zafferano.

Non resta che fare un in bocca al lupo a Simone e Fabrizio per questa nuova avventura, a loro l’augurio di continuare così, con la loro originalità e passione.

Molo Diciasette
Via dei Lucilii 17
347 0571848
chiuso il martedì
aperto a pranzo solo la domenica.

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