Pascucci al porticciolo

Pascucci al porticciolo

Per me è davvero comodo raggiungere Pascucci, non abito lontano da Fiumicino e questo mi agevola nella scelta dei ristoranti sul litorale, ma poi vai a capire perché, passa il tempo e alcune realtà interessanti non troppo lontano da casa finiscono per essere trascurate dalla nostra attenzione in favore di cucine lontane e ristoranti che stanno dall’altra parte del mondo.
Quindi dicevo sono tornata da Pascucci dopo, penso almeno una decina di anni di assenza in occasione di un compleanno, quello di Fabrizio di Gustovino.

Pascucci è il locale dello chef omonimo Gianfranco, e di sua moglie Vanessa, situato proprio in viale Traiano sulla Darsena. Penso che lo chef non abbia bisogno di troppe presentazioni perché è un volto noto della Rai e se siete desiderosi, come me, di curiosare tra le ricette e le sue preparazioni, qui trovate proprio una bella collezione.

Il locale è accogliente ed elegante, si sviluppa in diverse sale, due più grandi e una con un tavolo riservato nello spazio della cantina.
Il servizio è giovane e la carta dei vini abbastanza ampia con proposte che abbracciano gusti svariati, poca scelta di annate un pochino più vecchie.

La cena inizia con il pane vengono serviti dei grissini e una soffice focaccia con alice e pomodorino a seguire inizia il menù che abbiamo scelto. Sopra alle 5 persone il menù degustazione deve essere scelto per tutto il tavolo, ma abbiamo trovato un accordo per alcune varianti.

“Panino da spiaggia” è la prima portata che assaggiamo il patty è a base di pesce azzurro ed è condito con del pomodoro infornato e della senape. Soffice il pane, simpatica la presentazione.
Segue la “Tartara di tonno” con fungo porcino insalata e grani di senape, sicuramente gustoso per la carnosità del pesce e il connubio con il condimento semplice che non faceva altro che valorizzare la materia prima. Ho trovato anche azzeccato l’abbinamento con il vino bianco frizzante sur lie “bolle bandite” di Gatti.

La “crudità di pesce con zafferano pinoli emulsione di radici ed erbe” è realizzato con della muggine, che devo dire non ricordo di aver mangiato cruda in altre occasioni, interessante il gusto del pesce che si univa a quello del fungo e al pinolo tostato che era un concentrato di sapore. Tra gli antipasti senz’altro questo è stato quello che ho preferito.
Accompagnato da Monte di Grazia, vino campano con affinamento in accaio a uvaggio misto: 20% Pepella, 40% Ginestra, 40% Biancatenera, che tuttavia non trovava in questo piatto una buona spalla per poter essere apprezzato.

“Risotto nero acqua di pomodoro e cannolicchi speziati” per me che sono amante del riso questo piatto parte proprio avvantaggiato, la presentazione è elegantissima tra il nero e l’oro compaiono i pezzi di pesce crudo, si respira il profumo di mare e si assaporano le diverse consistenze. Un viaggio nel gusto. Per me era corretta anche la cottura del riso, alcuni l’hanno trovato appena troppo cotto ma io non amo il riso eccessivamente al dente, quindi annovero un altro punto a suo favore.

A seguire sono arrivati i “gamberi rossi al sale, profumi di erbe bruciate ed agrumi”:
ho adorato quanto scritto sul loro sito internet proprio in merito a come lo chef a concepito questo piatto e mi fa piacere riportarlo così com’è:
“…E con il prodotto cerca l’emozione. “Voglio portare un’esperienza dentro al piatto”. Emblematico uno dei suoi più noti, il gambero rosso al sale ed erbe bruciate: materia prima, tecnica, emozione. Con il racconto di un territorio e di un’esperienza vissuta, l’incendio nella vicina pineta, ma anche degli odori che abitano la cucina, di cui il cliente in sala non ha percezione. “Mi sono detto: vediamo se riesco a portare un po’ di me a te”.”

 

“Triglia croccante con foie gras al marsala, lamponi e nocciole”, devo ammettere che questo piatto è quello che mi è piaciuto meno, tutti gli ingredienti erano speciali, ma nel complesso non so se l’effetto troppo acidulo del lampone, l’accostamento che ho trovato piuttosto azzardato mi ha portata a non apprezzarlo fino in fondo. Dovrei provare con un secondo assaggio molto probabilmente. Abbinamento con Villa Diamante, un grandissimo Fiano che ho apprezzato ad ogni singolo sorso.


Il dessert è una tartelletta a limone e rosmarino, gradevole e fresca, preceduta da gelato al campari e seguita da piccola pasticceria molto curata e dal bell’impatto cromatico. Il tris di dessert è stato piacevole e organizzato nella corretta progressione di sapori e dolcezza, il predessert poco dolce e con la sferzata amara del Campari, la cartelletta confortante nel gusto e dai profumi mediterranei e infine la piccola pasticceria, piccoli bonbon molto zuccherini e dal gusto inteso alcuni di cioccolato, altri di nocciola, altri di frutta.

Per completezza di informazione, il menù è consultabile sul sito sono disponibili due menù degustazione uno da 100 € “un viaggio nel sole e nel sale”, uno da 80 € e sono 6 portate. Noi abbiamo optato per quello da 6 anche se abbiamo introdotto nel percorso anche il piatto di foie gras che non era incluso, ma avevamo deciso di assaggiarlo.

Sul menù di Pascucci è riportata una bella frase:

L’arte, la musica e il talento,
così come il buon cibo, riuniscono le persone di qualunque genere, riscaldano i loro cuori e fanno crescere sulle loro labbra il sorriso
Guendalina Pascucci
“dal film La principessa e il ranocchio”

In effetti, alla fine di una bella serata condivisa con amici appassionati di buon vino e buon cibo non poteva che concludersi con un sorriso sulle labbra e un arrivederci a presto a Pascucci, non mancheremo di tornare per provare piatti diversi che si alternano conte stagioni.

Pascucci al Porticciolo
Viale Traiano, 85, 00054 Fiumicino RM
Telefono: 06 6502 9204

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