Pepe in grani

Pepe in grani

Pepe in grani

Non è poi così facile sedersi al tavolo di Pepe in grani, è una serata che deve essere programmata almeno con qualche mese di anticipo altrimenti il posto non si trova.

Se poi ci metti che è una serata piovosa e tutti i tavoli del terrazzino sono stati spostati nelle sale all’interno allora, nonostante la prenotazione, corri il rischio di aspettare ulteriormente oltre il tuo orario.
Il bello è che la mia prenotazione era alle 23, con un po’ di ritardo siamo finiti a sederci che era quasi mezzanotte e sapete cosa succedeva a mezzanotte? Bè scattava il giorno del mio compleanno!
Quindi si, ho festeggiato il mio ultimo compleanno con un bel brindisi al tavolo di Pepe in grani e con la sua pluripremiata pizza!
Che dire se non… Che meraviglia!

Consultando il menù vi renderete conto che ci sono varie formule che è possibile scegliere oltre il solito ordine alla carta. Infatti ci sono vari menù degustazione, che al momento della prenotazione è già possibile selezionare, alcuni dei quali sono obbligatori se si sceglie un determinato posto a sedere nelle sale riservate.

Principalmente i menù degustazione sono due quello da 35 euro con 4 tipi di pizze da scegliere e quello da 45 euro con 5 tipi di pizza.

Scegliamo di fare quello con 5 assaggi di pizza, ma col senno di poi, sarebbe stato meglio quello più piccolo perché per me si è rivelato un tantino troppo impegnativo alla fine.

Iniziamo la degustazione con una pizza fritta, abbiamo scelto: “Sensazione di costiera” con pomodoro ramato, acciughe di Cetara, prezzemolo, aglio disidratato, zest di limone, peperoncino. Sorprendente la freschezza del limone che con la sua aromaticità rinfrescava ogni morso e impressionante la “leggerezza” dell’impasto che nonostante la frittura era alveolato e piacevolissimo nella consistenza.

Finalmente ho provato poi il tanto decantato “cono”, che avevo visto solo nella puntata di Netflix, chef table. Il “cono” è una tasca di pizza, sempre fritta e poi farcita. Viene servita dentro uno stampo che somiglia a quelli che si usano per il babà e quello che abbiamo scelto noi era ripieno di fonduta di grana padano DOP 12 mesi, pesto di rucola e polvere di oliva caiazzana. Veramente saporito e gustoso.

Passiamo poi alle pizze scelte, che vengono portate al tavolo già pronte perché possano essere divise tra i commensali, quindi ogni pizza ha due gusti dando così la possibilità di provare le 5 scelte che avevamo fatto.

Ebbene la prima è stata proprio la sua famosissima margherita sbagliata, una margherita che non viene cotta con il pomodoro ma questo ingrediente viene aggiunto solo alla fine per evitare che il calore forte del forno possa “danneggiare”la sua freschezza e naturale acidità. Bè, è un intuizione geniale questa perché il pomodoro riccio ha veramente un sapore all’ennesima potenza esaltato dalla mozzarella di bufala campana DOP e dalla riduzione al basilico.

Favolosa anche “La ritrovata” con passata di pomodoro San Marzano DOP, piennolo del Vesuvio Dop, capperi disidratati, polvere di olive nere caiazzane, filetti di alici di Cetara, olio agliato, basilico fritto. Una pizza che apprezzi forse di più nell’impasto visto che non c’è la mozzarella a “bagnarlo” e nonostante gli ingredienti non era eccessivamente salata.

Il Calzone con la scarola di Franco Pepe lo avevo già assaggiato ma è una di quelle preparazioni che puoi mangiare all’infinito! Impasto leggerissimo con l’amaro della scarola e la sapidità delle olive crea un connubio che lo rende veramente eccezionale per la sua semplicità.

Le altre pizze provate invece, erano molto più intense di sapore con ingredienti sempre di territorio e di ottima qualità, tuttavia secondo me la massima espressione della sua cucina è proprio nelle pizze più semplici e meno condite.

Anche il dessert è ovviamente a base di pizza e qui regna il fritto! Il cono al gusto di pastiera, non è di certo leggero ma è veramente godurioso, buoni anche gli straccetti con zucchero, cannella e miele, accompagnati con ricotta di bufala campana DOP aromatizzata alla vaniglia, rosmarino e zest d’arancia… Però devo ammettere che il mio preferito è stato la “CRISOMMOLA DEL VESUVIO” ovvero un trancio di pizza fritta con ricotta di bufala campana DOP profumata con zest di limone, confettura di albicocche del Vesuvio, nocciole tostate, polvere di olive caiazzane e foglioline di menta fresca, fresca e delicata con il check salato dell’oliva era veramente sublime.

Da bere abbiamo scelto lo champagne di Gerard PErseval, nel millesimo 2012, una bella spina acida che ha supportato egregiamente le proposte di altissimo livello di Franco Pepe.

Bè io spero di ritornarci molto presto. Qui sotto vi lascio tutti i recapiti:

Pepe in Grani
Vicolo S. Giovanni Battista, 3, 81013 Caiazzo CE
Aperto tutti i giorni a cena tranne il lunedì
Prenotazione

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