Un paio di appunti sul vinòforum: Il Sassicaia

Un paio di appunti sul vinòforum: Il Sassicaia

Vorrei provare a cimentarmi in questa impresa. Un intero post a tema wine, invece che food.

L’intento è quello di raccontarvi un interessante incontro svoltosi al Vinòforum qualche giorno fa, al quale ho avuto modo di partecipare.
Come sapete non sono una grande intenditrice di vini, ma come anche dovreste sapere la curiosità è un mio difetto (non il peggiore, ma sicuramente siamo sulla buona strada). Quindi perchè non andare proprio a ficcare il naso in questo affascinante mondo racchiuso nelle bottiglie?

SASSICAIA DOC Bolgheri

La degustazione è stata guidata dallo stesso Giuseppe Meregalli che si occupa della distribuzione di questo vino, devo dire persona di grande charme dalle sue parole traspariva la passione per il suo lavoro e per questo vino e inevitabilmente un pochino l’ha trasmessa anche a noi.


Sono rimasta un pò perplessa quando ho visto che la degustazione iniziava non dal vino più giovane ma dalla bottiglia del 1996, poi pensandoci bene ho capito che chiarmente scegliere questo percorso era “cosa buona e giusta” in quanto le annate più giovani hanno tannini crudi e più amari che non ci consentirebbero di apprezzare bene la dolcezza dei successivi.
I colori vanno cambiando di anno in anno da un rosso porpora limpido con riflessi violacei si passa ad un color arancio all’unghia più torbido e più caldo.
Le nuase sono le stesse che si ritrovano di anno in anno, il profumo è sempre molto intenso e persistente, “fine e ampio” (quanto mi è piaciuta questa delfinizione!). La gamma di profumi che si distinguono sono molte nonostante tutto ognuna è garbata e sottile.
Chiaramente per i vini più vecchi si percepiscono profumi più di frutta matura e di amarena, invece per quelli più giovani odori più immediati e fresci derivanti proprio dall’utilizzo del Cabernet Franc.

Il 1998 e il 2004 sono stati i due calici che mi hanno affascinato di più (non l’avreste ma detto vero? Come si vede che sono poco esperta in questo campo!).
Entrambe le annate, ci ha spiegato Meregalli, sono state ottime. Nonostante il 1997 è considerata l’annata del secolo in fatto di qualità per il Sassicaia il ’98 è stato carico e di sorprese, i profumi sono meno importanti del 1996 tuttavia si percepiscono dai sentori di vaniglia e lo ha definito come lo definiscono i francesi “carnoso e arrostito”. Tuttavia ciò che si percepisce è che anche il 1998 può esprimersi meglio se conservato ancora qualche anno. Altra cosa interessante che ho scoperto: la sensazione di acidità, all’assaggio di questo bicchiere non si percepivano note acide ma questa si sentiva come “salivazione” in bocca.
Anche per il 2004 l’idea di fondo che traspare è che i profumi non si sono espressi del tutto, si percepiscono sentori di di frutta fresca e di erbe aromatiche, restare con il naso sopra il bicchiere non infastidisce. Curiosa sensazione che sono riuscita a percepire quella di “carnosità masticata”, non mi era mai capitato di percepire questa sensazione di salivazione che quasi ci fa masticare. Meregalli paragona questo bicchiere addirittura ad annate storiche quali quella dell’88.
Il fatto che il Sassicaia sia una grande vino lo si evince, come è scritto anche sulle riviste specializzate, non dalle annate migliori ma dalle peggiori perchè nonostante le avversità naturali, risulta un grande vino.
Peccato che come tutte le eccellenze del nostro paese il 60% della produzione è destinata all’estero e solo 40% è per il mercato locale e le proporzioni sono anche più sbilanciate se si parla di altri nostri grandi vini. Non trovate che non sia davvero un peccato?
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