Zeppole di pastacrisciuta

Zeppole di pastacrisciuta

Come vi avevo promesso, oggi una ricettina napoletana e questa possiamo davvero definirla sciuè sciuè. Non avevo mai provato le zeppole salate, per me l’unica versione esistente era quella dolce con la crema, ma il mondo è bello perchè è vario e con 4 giorni a Napoli ne ho imparate di cosine interessanti e qui potrei cadere in divagazioni sul tema del “viaggio” di quanto arricchisce lo spirito di quanto apre la mente, ma sarebbero discorsi che avrebbero ben poco a che fare con l’ambito culinario. Quindi ciancio alle bande e parliamo di questi fritti, il nome nasce dal fatto che sono palline di pasta lievitata per questo ricresciuta, la versione dolce è prevalentemente usata per la festa di San Giuseppe, invece la salata, come si definirebbe in gergo è uno street food da consumare bollente mentre si cammina tra le vie affollate del centro. La ricetta ve la riporto così come me l’ha spiegata Erminia, napoletana Doc, che invece di dire “zeppole” come direi io, diceva “seppole”. Mi sono chiesta quante varianti ne esistono e se c’è un fil rouge che accomuna, per così dire, tutte le zeppole d’Italia, a quanto pare no. L’etimologia del termine porta a idee davvero discordanti, quindi ci rinuncio e mi gusto questa delizia senza troppe domande!!

ZEPPOLE DI PASTACRISCUITA (20 circa)

250 gr. farina
1/2 cubetto lievito di birra
acqua
Olio di semi
sale

Sciogliere in poca acqua tiepida il lievito.
In una terrina unire la farina, il sale e via via acqua, mescolando con una forchetta. Bisogna ottenere un impasto colloso, che si attacca alle pareti e che non è possibile mageneggiare. Coprire con un panno e lasciar riposare un ora e mezza al caldo. Prelevare parti di impato con un cucchiaio e farle cadere con l’aiuto di un altro nell’olio bollente.

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