Oslo

Oslo

Ed è solo con circa un mese di ritardo che mi decido a sistemare il mare di foto scattate in 3 giorni a Oslo. Però secondo me vale la pena, mettere nero su bianco la mia esperienza di questa bellissima città, vissuta ovviamente da foodie. Sono di quelle persone che quando visitano una città, subito dopo aver cercato cosa vedere e visitare, cercano “cosa mangiare assolutamente a Oslo” o “dove mangiare il miglior Salmone della Norvegia”… Ecco follie di questo genere.

Quindi con la bella lista dei ristoranti, mercati e bar nella valigia si va ad esplorare la capitale della Norvegia.
A tutti coloro che mi hanno chiesto, è cara? La risposta è si. Tutto è molto più costoso che da noi, ma soprattutto, come accade in molti paesi nordeuropei, Benigni diceva, se vai a Palermo non toccare le banane, bè, se vai a Oslo stai lontano dalle bottigliette d’acqua, costano come una birra o una bottiglietta di succo d’arancia. 🙂
Le attività sono tutte abbastanza care. Prendete per esempio il giro in barca del fiordo di Oslo, due ore su un barcone, quello più economico viene circa 60 euro per 2 persone. Tutto sommato vale la pena concederselo, perché dal mare si possono apprezzare tutti gli isolotti con le tipiche case di villeggiatura Norvegesi, si posso apprezzare bene le archietetture super moderne dell’opera e del museo di arte moderna di Renzo Piano.


Alcuni musei, vale la pena visitarli, qui a Oslo c’è per esempio quello di Munch, dove è custodito “L’Urlo”, ma se il tempo è bello e non avete voglia di chiudervi dentro 4 mura le attività all’aperto sono numerose.

Delle visite all’aperto, gratuite e interessanti che in questa città si possono fare segnalo:
– Il parco di Vigeland, prende il nome dallo sculture che ha realizzato una serie di opere qui esposte in granito, ferro e bronzo.
– La passeggiata al porto Aker Brygge, una penisola artificiale dove sorge il museo d’arte moderna e si concentrano un gran numero di locali dove passare la serata.
– La visita alla fortezza Akershus da dove si gode un bellissimo panorama sul porto.

Per quanto riguarda invece gli assaggi da fare a Oslo a cui proprio non si deve rinunciare andiamo per ordine.

Partiamo dalla colazione, che sia fatta nell’albergo dove avete prenotato o che sia fatta fuori una cosa si deve assaggiare, non perché ne valga la pena, ma perché va provato come prodotto tipico, si tratta del Brunost, è un un formaggio, anche se è più corretto definirlo latticino, che si vende anche sotto forma di snack confezionato e può essere mangiato su cracker ai semi insieme alla marmellata. Il colore bruno deriva dal fatto che il siero con aggiunta di panna viene cotto fino al punto di caramellizzazione degli zuccheri e assume un sapore dolce che ricorda il dulce de leche, ma tuttavia mantiene anche un gusto che ricorda il formaggio. Io non lo conoscevo e ho scoperto che non ne vado matta.
Alla ricerca di una colazione più italiana invece ci sono diverse brasserie, ad esempio “Pascal” è una di queste.

Un posticino da visitare assolutamente invece che sia a pranzo o a cena è il Mathallen, un mercato coperto dove è possibile acquistare cibo, mangiare dividendo i tavoli con i vicini e passare un paio d’ore divertenti.
Ci sono un paio di banchi dove si vende il pesce, enormi piatti di gamberetti bolliti, chowder e soprattutto salmone in tutte le salse (consigliato il panino di con salmone alla piastra di Vulcanfisk).


Se la sera dopo le lunghe passeggiate per visitare la città, volete sedervi ad una tavola sicuramente top c’è Maeemo, premiato anche nei 50 best restaurant del mondo, purtroppo se non avete prenotato in largo (larghissimo) anticipo non è facile trovar posto.
Quindi se volte ripiegare su un posto tipico, dove magari trovare carni di renna, alce e… (si si lo so che è il menosostenibilecologico del mondo) ma volete proprio provare la balena, c’è un posto dove provare la cucina tipica delle Lofoten e si chiama Robua situato ad Aker Brygge. In basso a destra la bistecca di Balena, d’altronde gli unici paesi al mondo dove attualmente si può mangiare è qui e in Giappone, tutto il resto del mondo odia questi paesi che pescano il povero mammifero senza ritengo, ma la Norvegia e il Giappone ne fanno chiaramente un orgoglio nazionale, una tipicità a cui non vogliono rinunciare. A voi la scelta, di quella famosa unica volta nella vita…

Invece un posto un pochino più elegante dove si trovano piatti tradizionali, piatti unici di carni e verdure è il Theatercaféen molto sul tradizionale anche per quanto riguarda la cucina ma l’ambiente è caldo e il servizio molto buono in qualsiasi ora del giorno.

Ciò che mi rimarrà più impresso di Oslo, sarà sicuramente il fatto che i tramonti si possono anche godere dopo aver cenato. Un passeggiata dopo cena con la luce del crepuscolo è davvero una cosa inconsueta per me.

La bellezza del porto di Oslo e i gruppi di ragazzi vestiti con le tute tutti uguali quando escono per andarsi ad ubriacare.
La tranquillità di poter attraversare la strada sulle strisce senza nemmeno guardare se sta arrivando una macchina perché è già ferma 10 metri prima.

D’altronde, tutto sembra più bello quando lo si può apprezzare con la serenità e lo spirito vacanziero, e mi ripropongo sempre di fare la turista per Roma, ogni tanto, scordandomi la routine e gli impegni. Ma non ci riesco mai…

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