Romanità a tavola: Abbacchio allo scottadito

Romanità a tavola: Abbacchio allo scottadito

Abbacchio” è un nome che a Roma fa sorridere, sarà perchè viene sempre estrapolato dal suo contesto per usarlo in un altro, sarà perchè è stato reso celebre da Thomas Milian: “ma che l’ha preso pè n’abbacchio?“. Sarà che in effetti questa carne è legata davvero alla nostra cultura ed è “‘na cifra romano”, tanto da meritarsi anche la denominazione IGP del Lazio. Per fare l’en plein di scurilità, dopo aver citato er Monnezza e rendere perfettamente il significato di quello che intendo con le mie parole: guardate voi stessi.
D’altronde dovrò anche parlarvi di un pò di seria romanità, altrimenti che stiamo scrivendo (plurale maiestatis? Mica capisco perchè parlo sempre di me al plurale) a fare questa rubrica?
Va bene, devo dire che con questo post siamo (Aridaje!) letteralmente caduti in basso ormai, inutile proporvi altre ricette fricchettate e chic-cose oggi si parla di vera sostanza:

ABBACCHIO ALLO SCOTTADITO

500 gr di costoline di abbacchio
olio extravergine d’oliva fruttato medio
1 spicchio d’aglio
rosmarino
sale
limone

Disporre i pezzettini di abbacchio suona pirofila, aggiungere il sale e cospargere tutti i lati. Massaggiare la carne con olio extravergine e trito di aglio e rosmarino fresco.

Coprire la carne con la pellicola e lasciare in frigorifero per almeno un ora a insaporire.
Scaldare una piastra e cuocere la carne qualche minuto per lato.
Aggiungere il sale solo alle fine e servire con qualche fetta di limone.

Per il solito trucchetto che vi lascio:
Se, come me, non siete appassionati di quel sapore forte di agnello e volete renderlo più delicato. Lasciate la carne marinare una notte intera in frigorifero con il limone e gli aromi previsti nella ricetta.

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