Romanità a tavola: Pangiallo

Romanità a tavola: Pangiallo

pangiallo romano

Col naso attappato, con una tazza di tisana bollente nella mano, con un film natalizio in tv e i torroncini ben a portata di mano.
Così accolgo il Natale 2019, e voi?
Io sono pronta, anzi prontissima! Già da questo weekend ho avuto i primi anticipi di feste con gli amici e momenti emozionanti da appendere nella memoria con belle cornici luminose.

I sorrisi dei bimbi degli amici che crescono riempiono l’anima ma anche… gli amici che prima si occupavano di miscelare i drinks e adesso si trasformano in perfetti Babbo Natale per la gioia dei più piccoli. Si cresce e ogni Natale sancisce i passi che si fanno in avanti.

Le amiche online anche ogni anno diventano più brave e regalano post di incredibile bellezza e interesse: vaniglia, Juls, la Lomelino, tutte le idee di Natale di Chiara Passion, quelle di Sara sono solo alcuni esempi, ma basta un rapido giro per entrare subito nel giusto spirito delle preparazioni più amate dell’intero anno.

Dunque anche io oggi vi faccio tanti auguri, per delle bellissime feste, per dei momenti di condivisione natalizia a tavola con i vostri cari e soprattutto per godervi il tempo che si ha, standoci con la testa al momento presente.
Ho scelto una ricetta di tradizione quest’anno per fare gli auguri, un ricetta romana, ma anche di tutto il Lazio, sto parlando del Pangiallo.

Si prepara in questi giorni e si regala in giro ad amici e parenti, la ricetta è semplice ma molto ricca: tanta frutta secca e tanto miele, canditi, uvetta e zafferano per dare il colore giallo.
La storia di questo dolce anche è abbastanza lunga, vi sono versioni diverse e non va confuso con il pan pepato, che sembra essere in effetti di origine umbra.
Il pangiallo romano ha origine proprio nella Roma dell’età imperiale a quanto si legge in giro.
Era uso distribuire dolci dorati, durante la festa del solstizio d’inverno, era di buon auspicio per il ritorno del sole.

Alle sue origini questo dolce era composto da mandorle di albicocca e noccioli di prugna, che erano stati conservati dal periodo estivo ed erano meno costosi delle nocciole, poi piano piano le nocciole hanno iniziato a prendere piede, infatti la campagna romana è piena di noccioleti e la pastella in cui era avvolto probabilmente prima era a base di uovo e adesso è stata sostituita dal costoso zafferano.
Alcune trazioni dicono che il pangiallo non doveva contenere cacao nella miscela, questo perché ingrediente troppo costoso, ma nel tempo anche questo è stato aggiunto.
Ogni famiglia ha la sua tradizione poi e il suo modo di proporlo, adesso vi racconto la mia versione.

Cosa occorre per preparare il Pangiallo romano

100 gr di nocciole sgusciate
100 gr di mandorle sgusciate
100 gr di noci sgusciate
70 gr di arancia candita
100 gr di cedro candito
70 gr di uvetta
100 gr cacao in polvere
50 gr di cioccolato
100 gr di miele millefiori

Per la copertura:
3 cucchiai d’acqua
8 pistilli di zafferano
1 cucchiaio di farina

Come preparare il Pangiallo romano

Sbucciare tutta la frutta secca, tostarla qualche minuto in una teglia da forno a 150°C.
Aggiungere l’arancia candita tagliata, il cedro, sminuzzare la cioccolata. Unire il tutto mescolando.

Sciogliere il miele a fuoco bassissimo in una casseruola a fondo spesso. Spegnere e versare la frutta secca, i canditi, il cacao e il cioccolato. Mescolare energicamente con un cucchiaio di legno, fino a che tutti gli ingredienti non risultino ben amalgamati.

Con cautela e bagnando leggermente le mani, se serve, perché il composto potrebbe essere caldo, formare dei panetti da 60 gr l’uno.

mettere lo zafferano in acqua ben calda, aggiungere la farina e mescolare bene. Regolare la consistenza perché è la copertura deve rimanere liscia e non troppo spessa.

Spennellare i panetti con lo zafferano e infornare a forno preriscaldato a 180° per 10 minuti.
Lasciare freddare senza toccarli.
Possono essere conservati ben avvolto in carta stagnola per oltre un mese.

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